BEERLA REVIEWS

★ ★ ★ ★ ★

Super competente, bella ospitalità e disponibile a farti entrare nel mondo delle birre belle.

Ah, ovviamente ha delle birre bellissime

★ ★ ★ ★ ★

Bellissimo posto molto accogliente anche grazie al gentilissimo e simpaticissimo staff. Le birre sono tutte artigianali e molto buone – c’è molta scelta.

★ ★ ★ ★ ★

Locale caldo ed accogliente. Selezione di bar eccezionale sia per le spine sia per le “latte”. Il punto di forza è la cordialità, professionalità e forza d’animo del Manu (il Beerla)!

★ ★ ★ ★ ★

Un locale divertente, una scelta di birre artigianali non banali che copre un ampio spettro di gusti, un gestore (Manuel) che ama la birra ed i prodotti di qualità e che associa una cura attenta ai dettagli ad una nota di beerlaggine. Ma cosa si può volere di più ?

BEERLA INTERVIEW

VIVIMILANO per il CORRIERE DELLA SERA

Un indirizzo fresco e scanzonato in Bocconi dedicato alla birra artigianale. Aperta da aprile 2022 Il Beerla propone birra artigianale italiana alla spina (otto tipi, 5/6 euro) e in lattina, con una rotazione frequente. All’aperitivo si ricevono dei popcorn, ma volendo si possono ordinare michette farcite, tartare… Almeno una volta alla settimana viene proposto il sushi di carne. Con tavoli fuori.

link articolo

GIORNALE DELLA BIRRA

Ironia, Leggerezza, Libertà, Felicità. Queste poche, ma chiare, parole riassumono in maniera perfetta la filosofia di Manuel Benvegnù, in arte Il Beerla, su come debba essere vissuto il mondo della birra artigianale e il suo locale, Il Beerla – Beer Bar, aperto da poco a Milano in via Teuliè 1 (zona Porta Lodovica/Bocconi)  ne rappresenta la sintesi e la concretizzazione perfetta.

Intervistato in occasione della festa di inaugurazione dello scorso 28 maggio, Manuel ha raccontato a Il Giornale della Birra come è nata l’idea della birreria, i progetti attuali e i piani futuri…il tutto vissuto sempre modo scanzonato e leggero con una sana e genuina passione per il mondo della birra artigianale.

Come mai hai scelto questo nome?
“Il lockdown è stato per tutti un momento per riflettere e essendo io una persona creativa ho pensato a nuove opportunità e idee. Ho inventato questo nome, Il Beerla, che rappresenta proprio la mia filosofia: ironia, leggerezza, la birra come mezzo e sinonimo di libertà. Ho iniziato a fare un piano editoriale con dei contenuti che già avevo su YouTube. All’inizio in realtà non c’è stato un grande seguito, ma quelle poche persone che mi seguivano si rivedevano nella mia filosofia e questo mi ha dato la forza per andare avanti. Quindi da un canale YouTube sono passato alla pagina Instagram; ho iniziato a fare qualche meme, a produrre video – ovviamente sempre in maniera molto amatoriale – e i numeri piano piano sono cresciuti. Tutto questo mi ha dato forza. Avevo capito infatti che la gente si rivedeva nel mio spirito e quindi mi sono detto ‘proviamo’. Ho iniziato il corso da Beer Sommelier con la Scuola Italiana di Sommelier. Mi mancano solo l’ultima lezione e l’esame finale. Ho creato quindi questo format molto spiritoso e leggero che esce un po’ dagli schemi rispetto al solito pub, il Beerla, dando un’identità grafica molto riconoscibile, i colori, il brand con il pittogramma ed eccoci qui. Facciamo una cosa un po’ diversa”.

Che birra trova chi viene da voi?
“Proponiamo solo birre artigianali italiane. Per partire ovviamente ho puntato su nomi abbastanza mainstream: Orso Verde, Lambrate, Birrificio Italiano. A livello di lattina invece lavoro con il Birrificio The Brave di Lodi. Io seguo molto anche una parte ‘emotional’. Sono nato a Lodi e cerco sempre cose con cui ho dei punti in comune”.

Hai anche una tua birra?
“Sì, sono anche un beerfirm con la mia etichetta che è la Iba: Il Beerla Ale. E’ una Ipa. Non ho una ricetta mia, ma ho selezionato una Ipa che potesse fare al caso mio per metterci la mia comunicazione. Lavoro con il birrificio Sguaraunda della bassa bergamasca. Loro sono fenomenali e hanno dei prodotti eccezionali”.

Come stanno andando questi primi giorni?
“Ho aperto l’otto aprile e l’inizio è stato sopra le aspettative. Per essere un mese è stata una partenza perfetta. Qui la competizione è forte, ma io gioco molto sulla ‘hospitality’, sulla customer experience. Quando entra qualcuno cerco di spiegare e di raccontare il progetto per cercare di far diventare il cliente parte di qualcosa mentre in giro si trovano sì prodotti eccezionali, ma non sempre c’è la voglia e il tempo di raccontare il progetto e il prodotto. Io lo faccio e questo secondo me puo’ essere un valore aggiunto. Poi, nel locale io ho un quadretto con scritta la parola umiltà quindi tengo i piedi per terra. Andando in giro mi rendo conto che ci sono persone che hanno la passione per raccontare, ma non sono tantissime e non sempre hanno il tempo e questo mi può dare un vantaggio”.

Sei fiducioso per il futuro?
“Io ci metto anima e cuore in quello che faccio. Tutto quello che vedi è Il Beerla, ma prima ancora Manuel. Qua c’è il mio cuore. Ho messo tutte le mie energie qui dentro quindi spero che possa funzionare; poi se va bene l’idea è quella di fare altri due, tre locali con lo stesso format”.

link articolo